venerdì 2 gennaio 2015

Ju-On: White Ghost e Ju-On: Black Ghost (2009)

Passate le festività e le classifiche di fine anno mi ritrovo a recuperare un post relativo ad una delle visioni che hanno preceduto il Natale, ovvero la combine di Ju-On: White Ghost ( 呪怨: 白い老女 - Ju-on: Shiroi Rōjo), diretto e sceneggiato dal regista Ryuta Miyake e Ju-On: Black Ghost (呪怨: 黒い少女 Ju-on: Kuroi Shōjo), diretto e sceneggiato dalla regista Mari Asato, entrambi del 2009.


Trama: entrambi i film vertono sulla maledizione nata a seguito di un omicidio, che ha lasciato la vittima preda del rancore. I protagonisti di White Ghost sono i membri di una famiglia uccisi dal figlio maggiore mentre quella di Black Ghost è una ragazza perseguitata dallo spettro della gemella mai nata..


Il motivo per cui ho voluto accorpare White Ghost e Black Ghost risiede nel fatto che le due pellicole, girate straight-to-video per festeggiare i dieci anni della serie Ju-On, sono rimaste nelle sale giapponesi credo solo per un giorno e poi sono state distribuite in Inghilterra nello stesso DVD, inoltre anche perché il plot è praticamente identico e White Ghost segue direttamente Black Ghost: i protagonisti di White Ghost, infatti, vengono maledetti poiché vanno a vivere nella casa dove si sono svolti gli eventi di Black Ghost. Per quel che riguarda i fantasmi, Toshio (il bimbo-gatto dei primi film) fa soltanto una breve apparizione per accontentare i fan mentre di Kayako si sente solo il verso gutturale e le minacce principali ai poveracci che percorrono le strade di Tokyo sono da ricercarsi nei titoli originali dei due film, la vecchia signora bianca nel primo e la ragazza nera nel secondo. Questi due omaggi sono davvero poco innovativi e anche poco spaventosi perché non riescono a sfruttare l'effetto sorpresa del primo Ju-On e si ri-adagiano nella sua struttura temporale sfalsata e negli spettri dai lunghi capelli neri che spuntano da ogni anfratto; ogni pellicola, infatti, è divisa in micro-segmenti che portano il nome di ognuna delle vittime e, come un mazzo di carte, sono mescolati senza soluzione di continuità spazio-temporale, così da formare un puzzle che potrà essere compreso solo alla fine. L'unica cosa che distingue vagamente White Ghost e Black Ghost dal suo predecessore è che nel primo si assiste ad una sorta di "perdono" di uno dei protagonisti che, miracolosamente, scampa alla maledizione, mentre nel secondo viene praticato un inaspettato esorcismo, assai interessante per un'occidentale abituata al solito armamentario di bibbie e crocifissi.


Purtroppo, bisogna dire che oltre ad essere poco originali White Ghost e Black Ghost sono anche bruttini da vedere. L'impressione generale è quella di avere davanti due TV movie dalla pessima fotografia e dagli ancor più pessimi effetti speciali e make-up: la vecchia bianca non mette paura neppure per sbaglio, anzi, fa anche un po' ridere poverina con quella palla da basket che stringe tra le mani, mentre la ragazza nera è avvolta da un'aura (potentissima!) di pessima CG che ricorda molto quelle terrificanti pubblicità anni '80 dell'AIDS. L'unico momento veramente ben fatto è il già citato esorcismo di Black Ghost, che immagino abbia richiesto l'intero budget riservato agli effetti speciali, tuttavia tra le due pellicole credo mi sia piaciuto leggermente di più White Ghost, un po' più ramificato per quel che riguarda trama e personaggi e anche più inquietante data la presenza di loop temporali e antiquate audiocassette impossibili da distruggere. Effettivamente, White Ghost inquieta molto all'inizio e alla fine, il resto della pellicola non smuove un capello, mentre Black Ghost cerca di essere più "compatto" ma purtroppo offre allo spettatore una storia banale di cui i più scafati riusciranno ad intuire non solo lo sviluppo ma anche il finale "a sorpresa". In definitiva, Ju-On: White Ghost e Ju-On: Black Ghost sono due omaggi che non consiglierei nemmeno ai più ferventi adoratori della saga di Takashi Shimizu; recuperateli solo se li trovate nel cestino delle offerte altrimenti soprassedete tranquillamente!

Ryuta Miyake è il regista e sceneggiatore di Ju-On: White Ghost. Giapponese, ha diretto film come Tales of Terror. Ha 42 anni.


Mari Asato è la regista e sceneggiatrice di Ju-On: Black Ghost. Giapponese, ha diretto film come Samurai Chicks, The Boy from Hell, Bilocation e Fatal Frame. Anche attrice, ha 38 anni.


Ju-On: White Ghost e Ju-On: Black Ghost seguono nell'ordine Ju-On: Rancore, Ju-On: Rancore 2, Ju-On e Ju-On 2 e precedono Ju-On: The Beginning of the End, uscito in Giappone nel 2014 e diretto da Masayuki Ochiai; se Ju-On: White Ghost e Ju-On: Black Ghost vi fossero piaciuti recuperateli tutti e aggiungete The Grudge, Ringu, Ringu 2, Ringu 0: Birthday e The Ring. ENJOY!


8 commenti:

  1. Visti qualche anno fa e, pur non aggiungendo molto alla saga, vale la pena vederli (ma solo se siete dei fanatici gruggiofili quale io sono). Mille volte meglio questi dei sequel americani Grudge 2 e Grudge 3. A questo punto non puoi esimerti dalla visione di "444-444-4444" di Takashi Shimizu, che già avevo suggerito tempo fa. Lo trovi sul tubo.

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    1. Lo ri-segno per questo nuovo anno così ho più o meno l'opera omnia del regista! Anche se 444... mi fa pensare a 999... T__T

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  2. Oddio, la seconda immagine è orripilante!

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    1. Io trovo più orripilante la foto di Ryuta Miyake XDXD

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  3. Credo non abbia inviato il mio commento precedente, in sostanza dicevo che li avevo sempre evitati reputandoli pattume (nonostante adori la saga principale) ma se li ritenete meglio del 2° Grudge americano, che a me un bel po' di strizza l'aveva fatta, credo proprio che li recupererò :)

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    1. Mah, il secondo Grudge era un pasticciaccio brutto ma quanto a paura secondo me è peggio di questi due.

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