domenica 15 giugno 2014

Absentia (2011)

Incuriosita dalle dichiarazioni di Lucia e del Bradipo, in questi giorni ho deciso di recuperare Absentia, diretto e sceneggiato nel 2011 dal regista Mike Flanagan.


Trama: Callie, appena uscita da una clinica per disintossicarsi, va a vivere dalla sorella Tricia che, da anni, aspetta invano il ritorno del marito, scomparso senza lasciare traccia. Proprio quando Tricia riesce ad ottenere una certificazione di morte presunta (in absentia, appunto), il marito ritorna e trascina le due donne in un incubo ancora peggiore...


Absentia è, senza tanti giri di parole, angosciante. Lo è nella misura in cui Mike Flanagan riesce a creare un'atmosfera inquietante fin dai primi fotogrammi, dove riusciamo già a capire come qualcosa non quadri nella vicenda narrata e in quello che ci viene mostrato. Il mistero relativo alla scomparsa di Daniel viene infatti trattato con due registri diversi ma inseparabili, così da lasciare in dubbio lo spettatore per tutta la durata della pellicola: da una parte ci sono la razionalità di chi vorrebbe Daniel  come l'ennesima vittima di un rapimento o di una vita insoddisfacente, il giusto desiderio di Tricia di rifarsi una vita dopo anni di sofferenza e il suo senso di colpa che le causa terribili visioni, dall'altra invece c'è la possibilità che qualcosa di sovrannaturale abbia preso Daniel con sé, che il suo spettro rancoroso perseguiti davvero la moglie incinta di un altro e che, effettivamente, qualcosa di terribile dimori da anni in un quartiere dove "è sempre meglio tenere la porta chiusa". Flanagan non da mai risposte troppo certe né, soprattutto, mostra direttamente ciò che abita le ombre che ammantano quasi ogni sequenza del film, alimentando l'incertezza con un crescente senso di claustrofobia e ineluttabilità, come se ci trovassimo davanti degli animali braccati e, peggio ancora, senza via d'uscita o scelta, nemmeno quando incredibili atti di fede e coraggio potrebbero ragionevolmente salvarli. Come sarà anche per Oculus, infatti, i raffinati horror di Flanagan sono privi di speranza, redenzione o salvezza, specchio di una realtà dove anche le final girls devono chinare il capo e rassegnarsi all'oblio o alla follia e dove l'unico modo di sopravvivere è, semplicemente, ignorare l'universo "altro" e i suoi eventuali segnali.


Flanagan mette in scena la sua inquietantissima vicenda appropriandosi di un certo modo di fare cinema tipico degli orientali, dove le spiegazioni sono poche, lo stile è minimal, gli spaventi centellinati e i rapporti tra i personaggi molto curati. Gran parte dell'"azione" si svolge in casa di Trisha e, soprattutto, nell'angoscioso e angosciante sottopassaggio fulcro dell'intero film, dove il ragno tesse la sua tela nell'attesa di una preda, la luce dell'uscita sembra sempre troppo lontana, le ombre diventano ingannevoli e, cosa ancora più terribile, non esiste NULLA che lo faccia sembrare diverso da qualsiasi altro sottopassaggio. Anzi, diciamo che ce n'è uno praticamente identico alla fine della passeggiata di Albisola, andando verso Celle. E col cavolo che lì ci ripasserò ancora, sappiatelo. Tolto di mezzo l'inevitabile sproloquio, buona parte della riuscita del film è affidata anche alla bravura degli attori. Che non sono né belli né brutti, sono "normali" (l'unica concessione ad un'estetica horror è data dalla presenza del sempre elegante ed inquietantissimo Doug Jones) e, proprio per questo, riescono a dare un'ulteriore impressione di verosimiglianza al tutto, soprattutto per il modo in cui interagiscono naturalmente gli uni con gli altri. Poi, ovvio, ci sono dei cliché inevitabili, come la stupidità delle forze dell'ordine o la testardaggine di Callie e un paio di domande che non hanno trovato risposta e che lasciano un po' il tempo che trovano (la questione dello "scambio") ma, per essere l'opera di un semi-esordiente, Absentia è davvero un film che vale la pena recuperare, ben lontano da quelle tremolanti e facilone parodie di found footage verso cui paiono rivolgersi tutti i giovani registi horror degli ultimi anni.


Del regista e sceneggiatore Mike Flanagan ho già parlato qui. Doug Jones, che intepreta Walter Lambert, lo trovate invece qua.

Katie Parker (Callie), Courtney Bell (Tricia), Dave Levine (Detective Ryan Mallory) e Justin Gordon (Detective Lonergan) compaiono brevemente anche in Oculus - Il riflesso del male, sempre dello stesso regista; addirittura, Scott Graham era il protagonista di Oculus: Chapter 3 - The Man with the Plan e infatti, siccome in Absentia interpreta lo pischiatra, nel suo studio possiamo vedere appeso proprio lo stesso specchio maligno presente nel corto. Per concludere, se Absentia vi fosse piaciuto recuperate anche il più volte citato Oculus - Il riflesso del male e due vecchie glorie come Candyman - Terrore dietro lo specchio e Hellraiser. ENJOY!

6 commenti:

  1. Sapevo che questo film venne finanziato su Kickstarter, alla fine ci riuscirono senza problemi.
    Il resto l'ho letto in questa recensione :)

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    1. Sì, nei titoli di coda ringraziano tutti quelli che hanno finanziato il film attraverso Kickstarter e che, se posso permettermi, ci hanno visto lungo! :)

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  2. Questo film è stupefacente. Costato un'inezia, riesce a causare più brividi di tantissimi altri prodotti con ben altri budget a disposizione. E oltre che paura, mette anche una tristezza infinita.

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    1. Sì, anche io sono arrivata a fine pellicola con una discreta angoscia e sfiducia verso il mondo intero.
      Ma il film è bellissimo davvero!

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  3. Dici che potrebbe piacere ad un vecchio horror fan come me?

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