giovedì 22 novembre 2007

Il Nascondiglio (2007)

Nella serata di ieri, facendomi abilmente gabbare da Ale (per il consiglio) e da Toto (per i soldi) sono andata al cinema a vedere Il Nascondiglio del sempre ameno Pupi Avati.. Ecco, solo due parole: mortacci mia.

La trama, in breve, è questa: a Davenport, USA, una vedova appena uscita dal manicomio decide di aprire un ristorante italiano. Ovviamente il sito che la sconfinfera maggiormente è una casa dove almeno 50 anni prima era stato commesso un delitto efferato, le cui colpevoli non sono mai state trovate. Quando ricomincerà a sentire le voci, assieme a delle palesi presenze nelle intercapedini, la vedova novella Clerici deciderà di indagare.

 




Pupi Avati è tornato al thriller horror, quello di Zeder e La casa dalle finestre che ridono. Da quest’ultimo modello però non si è mai staccato, tant’è che il film risulta un blando calco della sua pellicola più famosa: un delitto insoluto da anni i cui strascichi permangono nel presente e una persona che si improvvisa detective, pagandone le conseguenze del caso. Aggiungiamoci anche una citazione involontaria de La Casa nera di Wes Craven, e il quadro è completo.

 

Avati abbandona la piccola realtà della provincia italiana a lui tanto cara ed ambienta una pellicola in America, con attori d’oltreoceano che affiancano la protagonista, Laura Morante. Il risultato è scialbo e privo di verve come la stessa Davenport. La Morante gira a vuoto per paesaggi anonimi e banali, incontra personaggi altrettanto vacui, solo per risolvere un mistero che lo spettatore medio aveva già risolto al decimo minuto di film e quello un po’ più attento ai trailer al quinto. In assenza di suspance rimane dunque l’esercizio di stile? No, perché il film è piatto anche a livello stilistico, banale calco delle produzioni Americane più infime, affossato ancor di più da un’orrida colonna sonora che richiama le pellicole di serie Z anni ’70 (a Riz Ortolani dovrebbero tagliare le mani: non mi puoi sottolineare l’”orrore” di una lampadina che si spegne con un suono di violino che, in tempi di dolby surround, mi renderà sorda per una settimana!!).

 

Gli attori, nonostante la Morante dichiari di essersi divertita moltissimo durante la realizzazione del film, sono intollerabili. La protagonista vaga per la città con la stessa verve di Asia Argento dopo 20 canne, Treat Williams e Burt Young sono i fantasmi dei bravi caratteristi che erano, e sugli altri protagonisti e sul doppiaggio pessimo è meglio non commentare, soprattutto sulla vecchia che parla come Gollum, con un sacco dal dubbio contenuto al posto di Sméagol. Peccato perché l’inizio, che richiama i vecchi horror della Hammer, non è male, ed è anche sottilmente inquietante. Ma è l’unico punto a favore di un film da dimenticare. Sorry, Pupi.  

 

Giuseppe “Pupi” Avati è uno dei registi italiani di punta, dallo stile ironico e particolare, e dalla sottile vena thriller. Ama raccontare storie ambientate in piccoli paesini della sua Romagna, mostrando allo spettatore la realtà della provincia italiana, regalando solitamente piccoli e particolari film. Tra le sue pellicole, oltre i già citati Zeder e La Casa dalle finestre che ridono, ricordo Bordella, Tutti defunti tranne i morti, Regalo di natale, L’arcano incantatore, La rivincita di natale e La seconda notte di nozze. La maggior parte dei suoi film sono sceneggiati da lui stesso, e come scrittore ha lavorato anche a Salò e le 120 giornate di Sodoma. Ha 69 anni.





Laura Morante interpreta Lei, la protagonista (con i nomi Pupi si è sbizzarrito questa volta: Lei, Egle, Liuba…). Personalmente non ci vedo nulla di particolare in questa attrice, che è invece molto amata dal pubblico. Tra i suoi film ricordo La stanza del figlio, Vajont e Ricordati di me, forse quelle più famose. Ha 41 anni e due film in uscita.





Treat Williams interpreta Padre Amy, viscido prete della cittadina. Questo caratterista statunitense è molto famoso, ha partecipato ad uno dei film che amo di più in assoluto, C’era una volta in America di Sergio Leone. Tra le altre pellicole citerei Il maratoneta, Hair, 1941: allarme a Hollywood, L’impero colpisce ancora, Cosa fare a Denver quando sei morto, Scomodi omicidi ed è stato protagonista del telefilm Everwood. Ha 56 anni.





Burt Young interpreta Mueller, agente immobiliare innamorato (ovviamente non ricambiato) di Lei. Costui è un altro apprezzato caratterista, anche lui presente in C’era una volta in America, famoso per aver dato il volto al Paulie di Rocky. Tra gli altri suoi film ricordo Spiaggia di sangue (incredibile e noiosissimo pseudo horror che dovrei recensire) Amityville Possession, She’s so lovely. E’ stato anche il papà di Bobby “Baccalà” Baccalieri in alcuni episodi de I Soprano. Ha 67 anni e due film in uscita.





Yvonne Sciò interpreta Ella Murray, nuora del giudice che emise la sentenza. Incredibile che una donzella lanciata da Non è la Rai sia diventata un’attrice utilizzata per produzioni francesi e americane ma, tant’è. Ha partecipato a film come Rose Red e The Pink Panther, inoltre ad alcuni episodi de La Tata (è la migliore amica di Fran Drescher) nonché ad una puntata del mitico (almeno per me) telefilm E vissero infelici e contenti, con protagonista un coniglio di peluche doppiato (nella versione originale) da Bobcat Goldthwait *____*. Yvonne ha 38 anni.

 




Come guest appearence del film c’era anche Cesare Cremonini, non chiedetemi perché e per fortuna che non l’ho riconosciuto….  E ora ecco a voi il trailer del capostipite... La Casa dalle finestre che ridono! Enjoy!









giovedì 8 novembre 2007

La Terza Madre (2007)

Dopo mesi di assenza da questo blog, torno per parlare de La Terza Madre di Dario Argento, film temuto fin dai primi trailer e molto atteso. L’attesa è stata ripagata ampiamente, così come il buon Dario si è bellamente vendicato di chi, me compresa, lo dava per spacciato dopo gli ultimi due orrendi film, Non ho sonno e Il Cartaio.

 


 

Per i miscredenti che ancora non conoscessero la trama di una trilogia che iniziò nel lontano 1977 con Suspiria (30 anni giusti!) e continuò nel 1980 con Inferno, eccola qui: esistono tre potenti streghe, chiamate Madri, giunte fino ai giorni nostri e residenti in Germania (Mater Suspiriarum), New York (Mater Tenebrarum) e Roma (Mater Lachrimarum), il cui unico scopo è portare morte, caos e distruzione. Nel 2007, le prime due madri sono state distrutte (rispettivamente in Suspiria e Inferno), ma il ritrovamento di un'urna nel cimitero di Viterbo risveglia la Madre delle Lacrime, e Roma piomba in una seconda era di oscurità e morte. Trovatasi in mezzo agli strani eventi, Sarah Mandy (Asia Argento, brava ma inascoltabile) sarà costretta ad affrontare l’eredità della mamma, potente strega bianca, e cercare di eliminare la Madre, prima che la strega elimini lei..

 




Nonostante Argento venga acclamato come regista horror, in realtà gli excursus del regista nel fantastico e nel film d’orrore propriamente detto sono davvero pochi, e la trilogia delle Madri è forse il più fulgido esempio di questo breve ma intenso filone. La Terza Madre non delude le aspettative dei fans, a partire dai titoli di testa, molto evocativi, e scanditi dalle musiche del veterano Claudio Simonetti.



E’ un film “italiano”, e si vede, nonostante le ovvie influenze USA. C’è una sottile inquietudine “sporca”, “malata”, che da sempre pervade le pellicole dell’horror italiano, memorabili e meno, una certa rozzezza, rispetto a un horror USA più patinato, che entra sottopelle, e disturba anche durante le scene meno cruente. Questa Terza Madre è un mirabile esempio di questa mia teoria. Un film di atmosfera, di ambiente, più che di interpreti, risibili come in tutti i film di Dario Argento, maledizione del cinema italiano.

 

L’inizio, con le inquietanti musiche di Simonetti che sottolineano il ritrovamento dell’urna, l’immagine che si vede nell’obbiettivo della macchina fotografica, la solitudine del sacerdote che sigilla l’urna, insinuano già un senso di disturbo, prima ancora che il film colpisca con la scena cruentissima al museo, con l’efferato omicidio di una ricercatrice e che da poi il via a tutto il film.

 

Mano a mano che il potere della Madre si accresce, le immagini mostrano una Roma sull’orlo della catastrofe. Prima pochi episodi isolati, di una crudeltà spaventosa, poi la follia viene mostrata in tutta la sua forza, violenza in ogni angolo di strada mentre i pochi ancora sani camminano spaesati, inquieti. Fantasia, certo, ma non molto distante dalla realtà, dove crimini assurdi possono capitare persino sotto casa, soprattutto negli ultimi tempi, senza bisogno di streghe che camminano in branchi per la strada. Solo questo pensiero basta a rendere il film ancor più disturbante.

 

Gli interni, altro tasto dolente. Al di là della casa e delle catacombe dove si svolge l’ultima parte del film, gli altri ambienti sono oscuri, claustrofobici, squallidi, vecchi. Ogni casa è piena di porte, che danno su ambienti oscuri, come fossero delle bocche pronte ad inghiottire i protagonisti. Sembrano tanti labirinti, ambienti insicuri, così come la stazione, il treno: in una città impazzita non ci si può mimetizzare, neppure nella folla. Anzi, della folla bisogna avere paura, perché anche gli assassini si possono nascondere, come noi.






Passando alla parte più “tecnica”, tralasciando gli attori orrendi (tranne le vecchie glorie Udo Kier e Philippe LeRoy, che interpretano quei ridicoli “saggi”, tanto cari ai registi italiani, quelli che puntualmente aiutano la protagonista o almeno ci provano, prima di fare solitamente una morte orrenda), gli effetti speciali sono efferatissimi ed eccellenti (tranne quel palese bambolotto di plastica che cade dal ponte), opera del maestro Sergio Stivaletti. Argento ha finalmente mandato a quel paese il timore della censura televisiva e decisamente non si risparmia, creando un film che è degno del divieto che porta: donne sventrate e strangolate con le loro stesse interiora, una picca che si infila dove ASSOLUTAMENTE non dovrebbe, crudeltà verso i bambini e via dicendo, fino ad un finale disgustoso a base di liquami e cadaveri. Le già citate musiche sono molto evocative, richiamano quelle splendide di Suspiria e la canzone finale, cantata dai Daemonia, non fa rimpiangere i vecchi Goblin. Interessante la sequenza disegnata che racconta la genesi dell’urna, che ricorda tanto le strisce della Bonelli, ma di cui purtroppo non riesco a trovare informazioni.



 

Passiamo ora alle “pecche”: innanzitutto Asia Argento, ma anche il personaggio che interpreta. La cara Mandy è di una demenza rara, ai limiti del ridicolo, e pure parecchio infame. Lei corre, basta che corra. Scappa di qua, scappa di là, non sa nemmeno lei dove, invocando la madre, lasciando non una ma tre volte i suoi alleati a morir nelle mani dei mostri che la seguono, sempre con quell’aria da drogata in cerca di spicci. Mai una volta che capisse quello che le dicono. E la figura in sé della strega “buona” guidata da una Daria Nicolodi che svolazza per il film neppure fosse Yoda ( a un certo punto le dice addirittura “Usa la forza” o una cosa molto simile…) è ridicola, sia per i poteri, che le consentono di chiudere gli occhi e sparire, sia per il fatto che alla fine non sarà la magia a sconfiggere una Madre che poteva essere ammazzata anche da un bimbo di cinque anni. Il finale è un altro punto dolente.. l’aspettativa che si crea durante il film viene distrutta da una fine ridicola, velocissima e che non rende alcuna giustizia alle Tre Madri. Un’altra cosa assurda, a parer mio, è la scimmia che vaga per il film, tuttavia molto più carismatica della cara Asia e di cui non si capirà mai il ruolo.

 

In definitiva, nonostante tutto, Argento è riuscito a tirare le fila della sua trilogia, creando un film decisamente inquietante, per una volta comprensibile, con degni rimandi anche alle pellicole che lo hanno preceduto. Forse inadatto a chi cerca un Argento prima maniera, ma abbastanza vicino alle sue pellicole più gradevoli.

Dario Argento, il regista nonché sceneggiatore del film. Basta il nome per dire tutto, cineasta tra i più amati dell'horror/thriller nostrano. Degno padre delle due attrici Asia e Fiore Argento, meno famosa della sorella. Tra le opere del nostro, ricordo L'uccello dalle piume di cristallo, Il Gatto a nove code, 4 mosche di velluto grigio, Profondo Rosso, Suspiria, Inferno, Tenebre, Phenomena, Opera, Due occhi diabolici seguite dall'inevitabile declino con pellicole inguardabili come La sindrome di Stendhal, Il fantasma dell'Opera, Non ho sonno e Il cartaio. Ha collaborato alla serie Masters of Horror con l'episodio Jenifer e Pelts. Ha 67 anni.










Asia Argento interpreta Sarah Mandy, figlia di colei che indebolì Mater Suspiriarum. Ora, io DETESTO Asia, per me non sa recitare e soprattutto non si può sentire, ma passa per un'attriciona cool, soprattutto in America, dove tutti parlan con le patate in bocca quindi forse il suo difetto di pronuncia non viene notato, nel mucchio. Tra i suoi film, per la maggior parte diretti o prodotti dal papà, ricordo Demoni 2 - L'incubo ritorna, La Chiesa,  Trauma, La sindrome di Stendhal, New Rose Hotel di Abel Ferrara, Il Fantasma dell'Opera, I Miserabili (versione TV), XXX  (Asia Argento maledetta tatuaggio passera, come scrisse Stefano Disegni), La terra dei morti viventi, Maria Antonietta. E' anche regista e scenggiatrice. Ha 32 anni e due film in uscita.



Coralina Cataldi – Tassoni interpreta Giselle, la prima vittima della Madre. La signora Tassoni è già stata ospite del mio blog in quanto protagonista dell’orrido ed indimenticabile Il Bosco 1 inoltre è vecchia conoscenza anche dei fans di Dario. Infatti ha recitato in Demoni 2 - L'incubo ritorna, Opera e La sindrome di Stendhal. La signora ha 46 anni.


















Udo Kier interpreta uno degli ultimi esorcisti riconosciuti dal vaticano, Padre Johannes. L’attore tedesco è un volto noto per chi ama l’horror, il trash d’annata e non solo. Tra i suoi film ricordo i due capolavori trash italiani di Wharol, Il mostro è in tavola, Barone Frankenstein e Dracula cerca sangue di vergine.. e morì di sete, Histoire d’O, Spermula, Suspiria (dove non interpretava l’esorcista ma un dottore), Ace Ventura: l’acchiappa animali, Il Regno e Il Regno II di Lars von Trier, Johnny Mnemonic, Armageddon, Blade, L’ombra del vampiro, Dancer in the Dark, l’episodio diretto da Carpenter dei Masters of horror, e il trailer diretto da Rob Zombie per GrindHouse. Un mito, insomma. Ha 63 anni e cinque film in uscita.











Daria Nicolodi interpreta Elisa Mandy, la madre di Sarah, lo spirito di Yoda. La signora Nicolodi è la storica compagna del sor Dario, seppur non siano mai stati sposati. E’ la madre di Asia anche nella realtà e musa di parecchi film del nostro, tra cui ricordo: Profondo Rosso, Inferno (anche lei come Udo Kier interpreta non lo stesso personaggio di questo film, morta cronologicamente prima degli eventi di Suspiria, ma Anne), Phenomena, Opera, Paganini Horror (mostruosità trash di cui parlerò, persino sceneggiato dalla Nicolodi!) e La setta. Ha 57 anni.

 






E ora divertitevi con questa scena di Suspiria.... enjoy! ^___^











giovedì 23 agosto 2007

Puppet Master (1989)





Quando al cinema non si può entrare a causa dell’Orco verde per eccellenza, ecco che scatta il ripiego su un DVD tenuto in “fresco” per due anni dal povero Ale, ovvero Puppet Master del 1989, diretto da David Schmoeller. In quanto popolato da puppets era impensabile che io potessi vederlo da sola, anche se, col senno di poi, la pellicola in questione era poco più che infantile; il divieto ai minori di 14 anni era oltremodo eccessivo visto che simile film sarebbe potuto passare tranquillamente in prima serata su una di quelle scabecce reti private.


La trama è questa: negli anni trenta un burattinaio che, tramite riti egizi, aveva trovato il modo di infondere la vita ai suoi pupazzi, viene ucciso da due sicari in un albergo. Ai giorni nostri, quattro sensitivi vengono richiamati da alcune visoni nello stesso albergo, proprietà della moglie di un loro ex collega appena defunto, che aveva a sua volta trovato il modo di replicare i riti del burattinaio. Inutile dire che l’albergo in questione pullula di marionette assassine…

La pellicola è un banale emulo de La Bambola assassina, pessimamente recitato e privo di ironia, se non quella involontaria. Girato con pochi mezzi e con attori al limite del dilettantismo (seppur alcuni di loro abbiano anche vinto Oscar e Golden Globe) presi per i capelli verso la fine delle loro carriere.

La trama in sé non presente buchi di sorta, ma neppure eventi di grande rilievo. Il colpo di scena è trito ed aspettato, i dialoghi abbastanza risibili, i personaggi delle macchiette: dei quattro sensitivi, uno è un bacco di legno, un’altra una pazza invasata ed alcolizzata con pechinese impagliato al seguito, e gli ultimi due decisamente trash, con la ragazza che, avvertendo tutto ciò che è accaduto in passato al semplice tocco di una superficie, orgasma in qualsiasi letto e qualsiasi vasca da bagno, per il perverso piacere del suo laido compagno, che se la rivolta in ogni posizione con la scusa degli esperimenti scientifici. Il collega defunto è altrettanto laido, con la faccia inquietante da burattino demoniaco.

I pupazzetti, nonostante tutto, sono privi di verve e bruttini. Assurdo come possano esser pericolosi alcuni, soprattutto un gibbone con le mani giganti e la testa piccolissima. Il più efficace è senza dubbio quello col trapano innestato nella testa, così come la bambolina che secerne sanguisughe dalla bocca, decisamente uno spettacolo raccapricciante.

Gli effetti speciali sono abbastanza risibili, alcuni inutili flashback vengono palesemente utilizzati ripetute volte facendoli passare per “visioni” quando in realtà è un banale trucco per risparmiare nuove riprese ed allungare un po’ il film fino a raggiungere durata standard di 90 minuti. La colonna sonora vorrebbe essere un omaggio a Danny Elfman, invece risulta un omaggio alla Signora in giallo.

Il film che io trovo banale e pessimamente recitato conta invece ammiratori sparsi per tutto il mondo, e il capostipite ha dato vita ad altri otto seguiti con un discreto merchandising, in quanto le action figures delle bambolette assassine si trovano facilmente in rete.

Raccapricciante, mai la terrei in camera neppure per sbaglio


David Schmoeller, il regista della pellicola e anche sceneggiatore col nome di (holy crap!) Joseph G. Collodi. Ha diretto pochi film, non memorabili, ed alcuni episodi di serie televisive quali Renegade e Due poliziotti a Palm Springs. Ha 60 anni.


Paul Le Mat interpreta Alex Withaker, il più assennato dei sensitivi, il figlio illegittimo di Cesare Ragazzi. Ha partecipato ad un cult come American Graffiti e al suo modesto seguito, American Graffiti 2 e American History X. Inoltre ha partecipato a telefilm come La Signora in giallo (lo sapevo che c’entrava l’omaggio in qualche modo!) e Ai confini della realtà. Ha 61 anni.


William Hickey interpreta Andre Toulon, il vecchio burattinaio. Interpretava l’ubriacone nel The Producers originale ovvero Per favore, non toccate le vecchiette, ha partecipato a L’onore dei Prizzi (per il quale ha ricevuto una nomination all’Oscar come miglior Attore non protagonista), Il nome della rosa, Pink Cadillac, Seduzione pericolosa, I delitti del gatto nero, Un topolino sotto sfratto. Ha dato inoltre la voce al Dr.Finkelstein in The Nightmare Before Christmas. E’ morto a 70 anni.


Irene Miracle interpreta Dana Hadley, la cialtrona col pechinese impagliato. Gloria dell’horror nostrano, ha infatti partecipato a Inferno di Dario Argento. Ha 53 anni.


Jimmie Skaggs interpreta quel mmoshtro di Neil Gallagher. Veterano di serie tv, come Hunter, A-Team, Ai confini della realtà, Miami Vice, Buffy, ER, CSI, Alias, ha partecipato anche a pellicole quali Arma letale, il già citato Pink Cadillac, L'uomo senza ombra,  Prova a prendermi. E' morto all'età di 60 anni per un cancro ai polmoni.


Ecco il trailer del primo film... enjoy!

venerdì 10 agosto 2007

Evil Toons (1992)

Sacrosanti ricordi d'infanzia, dove anche il film più becero si scopre invece essere un piccolo cult, se rivisto a distanza di anni, come questo Evil Toons di Fred Olen Ray, un misto tra soft core, horror di serie Z, parodia e Chi ha incastrato Roger Rabbit? (!)



La trama è questa: quattro ragazze, che definire prosperose è dir poco, si recano presso una villa per fare le pulizie. Una volta arrivate a pulire la cantina, però, trovano un baule con dentro un libro (preso paro paro dal Necronomicon de La Casa) ed altri ameni oggetti. Letto il contenuto del libro scateneranno l'Evil Toon del titolo, un demone che cercherà in tutti di i modi di ucciderle e mandare le loro anime all'inferno.


Il film è ovviamente una porcata paurosa, un pretesto per mostrare le grazie delle quattro protagoniste che si denudano praticamente in ogni scena e che, poveracce, sono quattro attricette tremende reduci da filmetti hardcore. Ciò non toglie che due di esse, Roxanne e Megan, ovvero le protagoniste, siano anche simpatiche e a loro modo comiche, ma forse è proprio il contesto in sé che le rende tali.


Incredibile vedere cosa faceva Carradine prima che venisse ripescato da Tarantino: in questo film fa la parte di un'anima condannata al limbo, per aver portato il demoniaco libro in America, e per tutto il film si limita a maledire la sua condizione disagiata come un novello Leopardi e a fissar comicamente la telecamera, rigido e statico come un gatto di marmo.


Per quanto riguarda lo stile registico del film, andiamo di male in peggio: l'animazione del Demone è poverissima, così come gli effetti speciali in generale. Il regista ha cercato di dare all'intero film un piglio cartoonistico assurdo, come la treccia della protagonista che si rizza quando è spaventata, o il <boing!boing!> del seno ballonzolante di Roxanne durante la scena dello strip tease. I dialoghi sono risibili, da primato quelli del demone la cui frase preferita è "belle tette" oppure "bel culo". Per il resto, allucinante come i scenografi abbiano preteso di far passare un tappeto comprato dai marocchini per un drappo che accoglie le anime all'inferno!


Splendida l'autocitazione di Dick Miller che, guardando un film alla tv, dice: "A quest'attore avrebbero dovuto dare l'oscar!" Il film che sta guardando è proprio A Bucket of Blood del divino Corman, interpretato appunto dallo stesso Dick Miller.


In generale, però, lo consiglio: una chicca imperdibile per gli amanti del Trash più arrogante.


Fred Olen Ray ha una filmografia sterminata che parte dagli anni 70, per la maggior parte film di serie Z. Solo per fare alcuni titoli, di quelli arivati in Italia: Warlords - I signori della guerra, Emmanuelle 2000, Il mio papà invisibile, titoli che per la maggior parte passano solo per la TV o direttamente in video. E' considerato uno dei peggiori registi al mondo ed è anche un Wrestler. Ha 43 anni.


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David Carradine, che qui interpreta l'ammorbantissimo Gideon fisk, è diventato famoso per la serie TV Kung Fu ma ha anche partecipato a film memorabili diventando una vera e propria icona cinematografica e cool in tutto il mondo. solo per citare alcuni titoli: America 1929: Sterminateli senza pietà e Mean Streets di Scorsese, L'uovo del serpente del recentemente scomperso Bergman, per poi perdersi in indegni filmastri fino ad essere "salvato" da Tarantino, che gli ha donato lo splendido ruolo di Bill in Kill Bill. Ha partecipato anche ad episodi di Streghe ed Alias. Ha 71 anni.



Dick Miller è una di quelle facce note che fanno dire: ma dove l'ho già visto? Io adoro questo splendido caratterista, sin dall'infanzia, sempre sfigato ed ubriaco. Inoltre è protagonista di alcuni tra i titoli migliori della Fantascienza/Horror anni 50/60. Tra i suoi film ricordo il già citato A Bucket of Blood, La piccola bottega degli orrori sempre di Corman, Sepolto vivo, L'uomo dagli occhi a raggi X, 1941: Allarme a Hollywood, L'ululato, Ai confini della realtà, Terminator, Fuori orario, Gremlins e Gremlins 2 (splendido, l'idolo della mia infanzia!) Pulp Fiction, I racconti della cripta: il Cavaliere del male e Looney Tunes: Back in action. Ha 79 anni.


 


Secondo voi il bestio che ha in mano non ce l'ho identico in camera? XD


Monique Gabrielle interpreta Megan, ovviamente cammuffata da bruttina sfigatella ed occhialuta. Peccato la tradisca il seno. Tra i suoi non memorabili film, si ricordano L'ospedale più pazzo del mondo, L'Aereo più pazzo del mondo.. sempre più pazzo, Piccola peste s'innamora (Oh My God!!!) oltre che a varie apparizioni per Penthouse. Ha 44 anni,



Per quanto riguarda le altre sciacquette, mi spiace ma purtroppo non sono riuscita a trovare abbastanza informazioni e soprattutto foto, mannaggia!


Questo è lo stile del nostro, per farvi capire... solo per stomaci forti XD


sabato 23 giugno 2007

Hostel 2 (2007)

Non paga di horror che definire da pugno nello stomaco è poco, immancabile è giunta la visione del seguito del più famigerato film di Eli Roth, ovvero Hostel 2.



<dio che schifo che fa sta locandina, Roth è un malato mentale  -.->


Ma parliamo della trama. Poco o nulla è cambiato rispetto al primo, se non che le protagoniste sono tre studentesse d'arte, e il paese di partenza è l'Italia. La parentesi nostrana dura poco, e le ragazze, per un motivo o per l'altro, si ritrovano presto in Slovacchia, dove incapperanno nell'organizzazione di torturatori ricchi e annoiati del primo film.


A conti fatti il sequel parrebbe una copia carbone dell'originale. Innanzitutto chiude alcuni punti lasciati in sospeso nella prima pellicola, poi introduce una visione più ampia dell'organizzazione che sta dietro all'associazione di ricchi folli, dandole uno stampo mafioso e un capo che è un incrocio tra un villain di James Bond e e un sicario della mafia dell'Est Europeo. Al di là di queste aggiunte alla trama, si può notare tuttavia alcuni cambiamenti a livello stilistico, e anche per quanto riguarda i personaggi.


A differenza del capostipite, che presentava personaggi ignoranti ed odiosi, Hostel 2 ha il "pregio" di proporre protagonisti verosimili, se non simpatici comunque più sfaccettati, e di utilizzare attori in grado di recitare, una su tutti Heather Matarazzo, protagonista della scena più raccapricciante di tutto il film. Vengono anche approfondite le psicologie di chi sceglie di partecipare alle aste dell'organizzazione e trasformarsi in carnefice, attraverso due personaggi che sono l'incarnazione della mediocrità e dell'ipocrisia altoborghese, molto interessanti poiché umanizzano gli asettici torturatori della prima pellicola, rendendo il film ancora più cupo e malato, difficile da sopportare.


Eli Roth si sta anche raffinando in quanto a tecnica registica, parrebbe. Dal primo, sgraziato Cabin Fever, a questo Hostel 2 che utilizza immagini molto raffinate, una fotografia pulita e uno stile di regia classico, in netto contrasto con gli horror attuali. Ho molto apprezzato l'allestimento scenico e il richiamo ad Elisabeth Bathory della morte della seconda vittima, la discesa nelle camere delle torture dei due clienti americani, con tanto di ralenti e splendida, triste canzone slovacca in sottofondo e le terme improvvisamente vuote, rese ancor più sinistre dai vapori della nebbia. Carino anche il citazionismo pseudo Tarantiniano. Dalla guest appearence degli idoli trash nostrani Edvige Fenech e Luc Merenda, alla scena di Pulp Fiction  passata dalla TV dell'ostello, dalla guest appearence di Ruggero Deodato <regista di film come Ultimo Mondo Cannibale e Cannibal Holocaust> nei panni, appunto, di un cannibale, fino alla semi citazione di Street Trash con la banda di bambini che gioca a calcio con una testa umana <i barboni del film citato giocavano a rugby con un fallo>.


Diciamo dunque un sequel migliore dell'originale, seppur non privo di difetti come il solito razzismo di fondo, stereotipi, varie perplessità <io non ho ancora capito la banda di bambini, peraltro già presente nel film precedente, a cosa serva...>. Per quanto riguarda il doppiaggio, all'inizio del film il sopravvissuto del primo capitolo, come si evince dalle divise dei carabinieri, è in italia, e chi lo interroga è Luc Merenda, appunto. Il doppiaggio italiano tuttavia trasforma tutto in lingua slava <credo>. Assurdo. Comunque Hostel 2 lo consiglio caldamente.


Eli Roth è uno dei giovani talenti dell'horror "estremo" targato USA. Il fatto che sia amato dallo Zio Quentin lo innalza di un gradino nella mia scala di valori ed effettivamente, i suoi Cabin Fever ed Hostel non sono male. E' uno psicopatico e si vede anche dagli episodi del cartone animato Rotten Fruit, una sua creazione, dove frutta di plastilina si dà ad alcool, sesso, droga e violenza. Ha 35 anni e in progetto di girare l'adattamento di Cell , dal romanzo di Stephen King. Ammetto che non vedo l'ora!


 


Lauren German interpreta Beth, la protagonista. La sua carriera è appena cominciata, probabilmente decollerà dopo questo film. Ha avuto piccole parti in Settimo Cielo <ugh!!>, Undressed e nel remake di Non aprite quella porta. Ha 29 anni e due film in uscita.



Roger Bart interpreta Stuart, il torturatore con una coscienza. L'attore è il primo dei due reduci da Desperate Housewives presenti in questo film. Interpretava il farmacista innamorato di Bree, per la cronaca. E' stato tra i protagonisti di altre serie televisive come Law and Order. Tra le altre pellicole a cui ha partecipato: Hercules (dava la voce ad Hercules da giovane), Insider, La moglie perfetta, The Producers. Ha 45 anni e quattro film in uscita.



Heater Matarazzo interpreta Lorna, e può definirsi una veterana. A partire dal piccolo cult Fuga dalla Scuola media, ha prestato il suo volto di ragazza dolce, sfigatella e bruttina ad un sacco di personaggi. Tra i suoi film ricordo L'avvocato del Diavolo, Studio 54, Scream 3. Ha partecipato anche a serie televisive come ER, Pappa e Ciccia, Law and Order e The "L" World. Ha 25 anni.



Richard Burgi interpreta Todd, il secondo e più convinto torturatore. Anche lui reduce da Desperate Housewives, come ex marito di Susan, è diventato noto grazie alla serie Sentinel, di cui era il protagonista. Ha partecipato a moltissimi serie famose tra cui 24, Giudice Amy, CSI, Seinfeld, Matlock, Las Vegas. Per il cinema, lo ricordo in Dick e Jane Operazione Furto. Ha 49 anni e un film in uscita.



E ora spazio alle due glorie trash nazionali. La prima è Edwige Fenech, sogno erotico di ogni italiano negli anni 70, oggi produttrice cinematografica dal fiuto sopraffino. Nel film interpreta l'insegnante d'arte, e tra i suoi film più famosi e amati ricorderei lo storico Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda, Giovannona Coscialunga disonorata con onore, L'insegnante (e i vari seguiti), La signora gioca bene a scopa?, La dottoressa del distretto militare (e tutti i suoi vari emuli), La vergine, il toro e il capricorno, e molti altri. La signora Fenech ha 59 anni e mantiene ancora intatto il suo fascino di icona sexy-trash.


 Edwige ieri...


Ed oggi, con Eli Roth: 571214


E per ultimo, il signor Luc Merenda, caratterista francese protagonista di cult nostrani come Milano Trema: la polizia vuole giustizia, La banda del trucido, Napoli si ribella. Inoltre ha partecipato a Superfantozzi e Missione eroica: i Pompieri 2. Ha 64 anni.


 ieri....


E oggi? Mah...


Vi lascio con un assaggio dei Rotten Fruit di Eli Roth... Enjoy!


mercoledì 6 giugno 2007

Grindhouse - A prova di morte (2007)

Dopo tanto aspettare, ecco arrivare anche in Italia, finalmente, l'ultima fatica di Tarantino. Vero è che dobbiamo vederla, grazie ai fratelli Weinstein e al pubblico bue americano, sottoforma di un banale filn di due ore e passa, invece del divertissement cinefilo che doveva essere nelle intenzioni di Tarantino e Rodriguez, un doppio spettacolo intervallato da Trailers inventati ad hoc, omaggio ai film di serie Z anni 70 e alla cultura dei Drive-In. Tuttavia, al di là di questa mancanza (alla quale spero rimedierà un bel dvd fatto come si deve), a Tarantino donato non si guarda in bocca anche perché il film in sé, nonostante timori iniziali (lo ammetto) è un piccolo capolavoro.



La trama di Death Proof è quanto di più semplice ci sia al mondo, da buon omaggio ai B Movies anni 70. Stuntman Mike (Kurt Russell) è una maniaco che, sulla sua Mustang " a prova di morte" uccide le ragazze di cui si infatua, con un movente, ovviamente, non ben chiaro. Fine. The End. Questo è quanto. In questo film, più che in altre pellicole di Quentin, non è importante cosa ma COME. Al di là del fatto che i dialoghi a base di cibo, sesso, cinema, telefilm, cultura pop sono ormai un pò inflazionati, ciò che Quentin non ha perso ma, anzi, è diventato la base del suo cinema (forse per questo Death Proof potrà essere amato solo da regular Quentin fans  e cinefili incalliti) è il gusto per la citazione e l'omaggio cinefilo.

Detto questo, cominciamo col far notare che la pellicola si può dividere (ed è in effetti divisa) in due parti, prologo e 14 mesi dopo. Nella prima parte ci troviamo di fronte un gruppo di quattro sgallettate alle prese con un'uscita serale a base di ragazzi (uno dei quali è Eli Roth, regista di Hostel e Cabin Fever), alcool, marijuana e una scommessa. Questo frammento di film è un omaggio ai BMovies Horror anni 70, con protagoniste sexy, scosciate ma anche innocenti vittime del maniaco di turno, girati con interpreti trentenni che dovevano farsi passare per adolescenti o poco più. La pellicola è rovinata, Quentin ha avuto anche il coraggio di mettere i puntini neri tipici dei vecchi film la cui qualità è ormai logorata dalle frequenti proiezioni. Il montaggio è dilettantesco, la macchina da presa piuttosto statica, com' era all'epoca. La zampata Tarantiniana qui, qual è? La marea di riferimenti a pellicole più o meno conosciute, una colonna sonora da urlo (Down in Mexico , sulle cui note Butterfly regala a Stuntman Mike la famigerata Lap Dance che solo noi europei, chissà perché, possiamo vedere, è un pezzo splendido), autocitazionismo a piene mani (l'ossessione per i piedi, tipica di Quentin, diventa quasi caricaturale e percorre tutto il film. Si parla del Big Kahuna Burger, c'è un cameo dello stesso Tarantino nei panni del barista e torna anche lo sceriffo, interpretato da Michael Parks, che troviamo in Kill Bill e, prima ancora, in Dal Tramonto all'Alba, sempre accompagnato dal Son number one. Si potrebbe quindi dedurre che la storia narrata avvenga prima degli eventi di Dal Tramonto all'Alba, ma occhio: non siamo negli anni 70 anche se da macchine e abiti così parrebbe, e questo è il bello. Basta un cellulare per infrangere l'illusione, sicuramente escamotage voluto dallo stesso Quentin).



La seconda parte è un omaggio ai film di Russ Meyers, con le sue donne sexy, procaci e soprattutto forti e assassine, nonché ai film come il citato Punto Zero, giocattoloni a base di macchine, velocità e stunts. Proprio nel mondo del cinema e degli stuntman è ambientato questo segmento, che parla di quattro donne, meno sgallettate delle prime, perseguitate dallo stesso maniaco durante una pausa dal set. Lo stacco tra i due frammenti è dato dalla scritta 14 mesi dopo e dal fatto che l'inizio della seconda parte è in bianco e nero. Simbolo di una giuntura tra due pellicole mal eseguita, certo, ma mi pare che anche i film di Russ Meyers fossero in bianco e nero. Anche qui, colonna sonora meravigliosa (c'è anche l'omaggio ai poliziotteschi all'italiana), citazionismo a palate, da quello palesemente dichiarato al fantomatico Punto Zero che è alla base della trama, dialoghi che nominano film quali Zozza Mary Pazzo Gary (con un Peter fonda d'annata) e autocitazionismo: una delle protagoniste, Zoe Bell, era nientemeno che la stunt che sostituiva Uma Thurman in alcune scene di Kill Bill. Nel negozio dove Rosario Dawson va a fare spese si vede una guida TV con CSI in copertina (vorrei ricordare a chi ha vissuto su Marte che Quentin ha girato per la serie l'episodio Grave Danger), la suoneria del suo telefonino è la melodia fischiata da Daryl Hannah in Kill Bill, e una delle ragazze chiede un pacchetto di sigarette Red Apple, la marca inventata da Quentin che campeggia in ogni suo film. Può essere che mi sia sfuggito altro, o me lo sia dimenticato ma, direi che rendo l'idea.


Ma alla fin fin di tutto sto sproloquio... m'è piaciuto Death Proof?

SI mi è piaciuto un sacco e mezzo, è splendido per tutti i motivi elencati sopra e perché i rushdown finali di ogni parte, sia che il maniaco attacchi, sia che venga attaccato, sono una sintesi di quello che deve essere il meccanismo filmico che provoca terrore e ansia, ansia a palate.

Eeeeeeeeeeeeeeeh, non ci credo, ce l'avrà pure un difetto sto film?

Si, lo ammetto. La prima parte del film è più debole della seconda, non fosse altro che per i dialoghi interminabili e vuoti che non portano a nulla e a tratti non sono neppure divertenti. Altro difetto, se così si può chiamare è che questo NON è un film per tutti, e capisco che in America abbia fatto fiasco, così come farà fiasco anche in Italia. E' un film per fan di Quentin, che sanno come divertirsi con lui, col suo citazionismo, e per cinefili trash e insaziabili. Questi erano solo aspetti marginali nei suoi primi film, ma ora gioca parecchio su questo, e ogni film è uno scrigno prezioso per chi ha voglia di stare attento, non per chi cerca un film d'intrattenimento.

E ora, parliamo di Quentin Tarantino, che se non si fosse ancora capito è il mio regista (e sceneggiatore, e produttore) preferito. La sua abilità consiste nel ripescare antichi generi, film e attori (John Travolta, David Carradine, Daryll Hannah, Pam Grier devono ergergli un monumento) e renderli nuovamente cool, oltre che nel promuovere nuovi talenti (tra i registi il fratello di sangue Rodriguez, tra gli attori Michael Madsen, Steve buscemi, Tim Roth, Uma Thurman). Ex commesso di un videostore, divoratore insaziabile di qualunque genere di film, cultore del trash e del cool nonché sopraffino esperto di musica, esordisce nel 1987 con My Best Friend's Birthday un filmetto quasi introvabile girato tra amici. La consacrazione arriva nel 1992 con Le iene. Nel 1994 il film che poi diventerà un cult, Pulp Fiction, premiato con l'Oscar per la sceneggiatura (fu battuito come miglior film da Forrest Gump, tanto di cappello ma condivido poco). Dopodiché arriva l'episodio The Man From Hollywood  per il mezzo flop Four Rooms, Jackie Brown, la definitiva consacrazione a genio con Kill Bill e la collaborazione per Sin City. Attivo anche per la TV ha girato un episodio di ER e uno di CSI. Inoltre è anche un discreto e divertente attore, tra le sue comparsate memorabili (oltre che in quasi tutti i suoi film) cito quella in Dal Tramonto all'Alba, Alias, Desperado. Se siete dei veri fans trovatevi la puntata del Saturday Night Live presentata da lui, è esilarante. Quentin ha 44 anni e un film in produzione, il sospirato e rimandato da tempo Inglorious Bastard.



Kurt Russel è il killer della pellicola, Stuntman Mike. Vecchia gloria degli anni ottanta, compagno di Goldie Hawn (ma non padre di Kate Hudson) ha all'attivo parecchie pellicole più o meno storiche, tra cui ricordo 1997: fuga da New York dove da volto e voce all'icona Jena Plissken (in inglese Snake Plissken) così come avverrà nel seguito Fuga da Los Angeles, sempre di John Carpenter. Con lo stesso regista ha interpretato La Cosa e Grosso guaio a Chinatown, che personalmente adoro. Tra gli altri film più o meno famosi ricordo Vanilla Sky e Stargate. Ha 56 anni.


Rosario Dawson interpreta Abernathy, la protagonista del secondo segmento del film. La splendida attrice ha partecipato a La 25sima ora , splendida pellicola di Spike Lee, Sin City (nel ruolo di Gail), Clerks II e compare anche nelle scene eliminate di The Devil's Rejects di Rob zombie. Ha 28 anni e tre film in uscita tra cui il seguito di Sin City.



Vanessa Ferlito interpreta Butterfly, la protagonista del primo segmento di film. Ha partecipato a diverse serie televisive di successo tra cui 24 e I Soprano e CSI Miami. Ha partecipato al già citato La 25esima ora e inoltre ha una breve comparsata anche in Spider Man 2. Ha 27 anni.

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Rose McGowan interpreta Pam, la sfortunata hippie. Famosa per il ruolo di Paige Halliwell nel telefilm Streghe e per una relazione ormai conclusa con la rockstar Marilyn Manson, la ricordo volentieri in film come Scream e Amiche cattive. Ha un ruolo anche nel segmento Planet Terror di Rodriguez. Ha 34 anni e un film in uscita. Ecco come appare nei due segmenti di GrindHouse.

 Mora e con gambetta armata per Rodriguez....


Bionda e svampita per Quentin...











E ora, visto che i trailers di Grindhouse li ho già messi qui , beccatevi la chicca di Tarantino che partecipa a Muppet's Wizard of Oz e intimorisce Kermit.. da paura, ma for fans only ^^



giovedì 31 maggio 2007

Pirates of the Caribbean (2003-2007)

E' finita, purtroppo, una delle più belle saghe cinematografiche degli ultimi anni. Ieri sera ho visto Pirati dei Caraibi - Ai Confini del Mondo e devo dire che il livello qualitativo dell'intera Saga si è mantenuto alto fino alla fine, almeno per chi come me ha sempre adorato i film d'avventura, i pirati, le storie di cappa e spada e, ovviamente, Johnny Depp.

E pensare che è nato tutto da un'attrazione di Eurodisney che nessuno si filava, la versione francese dei nostri Cosari a Gardaland. Un film affidato a Gore Verbinski, quello del Topolino sotto sfratto, e di altri film non proprio memorabili fino al 2003. A farci ben caso, il primo Pirates of the Caribbean doveva essere a sé stante, tanto che potrebbe venir benissimo slegato dagli altri due, grazie anche all'ottusa distribuzione italiana che ha titolato il primo La maledizione della prima luna e solo dal secondo in poi ha cominciato ad usare il Pirati dei Caraibi.


Non saprei onestamente cos'ha garantito il successo mondiale di queste tre pellicole, posso solo dire cosa ne penso io:



Il primo film, La maledizione della Prima Luna, presenta già tutti gli elementi che caratterizzeranno la saga, ovvero avventura a palate, effetti speciali spettacolari, una regia di ferro, ironia, personaggi ben caratterizzati e soprattutto il Jack Sparrow di Johnny Depp, un cialtrone con le movenze da Fabius, influenzato dal look rock di Keith Richards, che in originale fa ancor più sbellicare. Ovviamente il primo film getta solo le basi della saga, e a riguardalo è ingenuo e fresco nella sua semplicità, e i personaggi riflettono bene questo. C'è la principessa innamorata dell'ingenuo garzone, il pirata svanito e buffone, privo di qualsiasi onore, e un villain perfetto, privo di qualsivoglia pietà. Il film d'avventura per eccellenza, con un eccellente happy ending. 



Il secondo film, La maledizione del forziere fantasma, segna la svolta della trilogia, ed è molto più adulto e cupo del primo,continuando tuttavia a mantenere quell'ironia e quelle gag che sono tipiche del capostipite.
Nonostante solitamente le trilogie peggiorino invece di migliorare, il secondo film non si limita a scopiazzare il primo. Innanzitutto montaggio e regia, così come gli effetti speciali, progrediscono in maniera impressionante, inoltre i protagonisti maturano. Elisabeth, la principessa ingenua, cresce e conosce il dolore, l'amore non è più puro e semplice ma i sentimenti che prova per Will vengono messi in discussione, anche dalla palese attrazione che la ragazza prova per Jack Sparrow. Inoltre, il cattivo di turno, Davy Jones (un incrocio tra una seppia, un granchio e il Fantasma dell'Opera) e' molto piu' complesso e romantico di quanto non appaia in realta'. Vecchi personaggi tornano e vengono usati in modo completamente nuovo, e i nuovi personaggi aggiungono freschezza al tutto e serviranno per porre le basi della terza pellicola, oltre ad aggiungere interessanti elementi alla trama ( Tia Dalma è un personaggio splendidamente affascinante e sentirla parlare in originale con quell'assurdo
patois è da urlo).


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Quest'ultimo (forse) capitolo della Trilogia, Ai confini del mondo, mantiene la complessità e le atmosfere cupe del secondo film, aggiungendo una vena di misticismo e sequenze che definire oniriche è dir poco, visto che sono veri e propri deliri psichici. Vengono riprese e risolte tutte le questioni lasciate in sospeso nel secondo film, i personaggi incontrano il destino che si erano preparati e vengono mostrati altri nuovi ed interessanti pirati. La scena iniziale è un capolavoro di ironia e azione (in alcuni punti sembra un omaggio tuttavia a La città incantata di Hayao Miyazaki), Jack Sparrow se possibile è anche più assurdo e incomprensibile del solito, gli intrighi a base di inganni, macchinazioni nascoste e vendette più o meno palesi sono portati all'ennesima potenza e la sequenza del matrimonio in battaglia e del Maelstrom entreranno sicuramente negli annali, perché sono un capolavoro. Il tutto viene scandito dalle note della ballata piratesca, e si sente aleggiare quella tipica malinconia di un'epoca alla conclusione; il fil rouge del film è libertà e ritorno all'innocente avventura. Certo, ci sono alcuni buchi nella trama e potenzialità sprecate (la Dea Calypso per esempio serve solo a faci vedere Davy Jones al naturale: sarebbe stato molto più interessante un flashback) ma si perdono nella grandiosità di un film che finalmente, per la gioia dei fans tutti, ci regala la vista di Keith Richards nei panni del papà di Jack.


Il regista della trilogia è lo stesso per tutti i film, Gore Verbinski. La sua filmografia è tutta recentissima, non proprio eccelsa. Ha esordito nel 1997 con il divertente Topolino sotto sfratto, proseguito con il deprimente (nonostante uno splendido James Gandolfini) The Mexican e girato il dignitoso remake americano di The Ring. Ha 43 anni, per ora nessun film in uscita.



Johnny Depp è Capitan Jack Sparrow, il cuore della pellicola e probabilmente uno degli ingredienti principali del suo successo, nonché uno degli attori più versatili ed abili degli ultimi decenni, se non il migliore.



Il buon vecchio Johnny ha esordito nel lontano 1984 con un film ormai cult, Nightmare dal profondo della notte, ove interpretava il ragazzo della protagonista Nancy e veniva ucciso in un modo talmente spettacolare che se non avete il DVD non riuscirete MAI a vederlo a causa della censura (peraltro tornerà in un cameo nell'orrido Nightmare 6 - La fine come Oprah Noodlemantra). Da allora, il ruolo in 21Jump Street e una marea di film splendidi, soprattutto come musa di Tim Burton con il quale ha girato Edward mani di forbice, Ed Wood, Il mistero di Sleepy Hollow e Charlie e la fabbrica di cioccolato, oltre ad aver dato voce e fattezze a Victor ne La sposa cadavere. Tra le sue pellicole più belle ricordo Donnie Brasco, Paura e delirio a Las Vegas, Chocolat, From Hell, C'era una volta in Messico. Ha 44 anni e cinque film in progetto, tra cui il nuovo musical di Burton, Sweeney Todd e, pare, i due seguiti di Sin City.



Geoffrey Rush è Capitan Barbossa, il nemico per eccellenza di Capitan Jack Sparrow, nonché villain della prima pellicola.


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L' attore australiano, ha vinto  un oscar come miglior protagonista per Shine,  che gli ha donato fama internazionale. Tra i suoi film Elisabeth, Shakespeare in Love, Il mistero della casa sulla collina: inoltre ha prestato la voce a Nigel in Alla ricerca di Nemo. Ha 56 anni e un film in uscita.


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Orlando Bloom interpreta Will Turner, il bel garzone innamorato di Elisabeth. Non sto a mettere foto del prima e dopo perché essenzialmente il ragazzone non cambia. Il successo internazionale dell'Orlando deriva da un'altra trilogia, quel Signore degli Anelli dove ha fatto sbavare milioni di ragazzette allupate nei panni dell'elfo Legolas, anche se aveva già avuto una particina in Wilde. Dopodiché ha partecipato ad altre innominabili superproduzioni in costume, e l'unico film che vale la pena di citare per me è Elizabethtown. Ha un film in uscita e 30 anni.



Keira Knightley interpreta la contesissima Elisabeth Swann, destinata a diventare pirata e combattente. L'attrice inglese è stata coprotagonista dell'inquietantissimo The Hole, e del successo inaspettato Sognando Beckam. Ha 22 anni e 3 film in uscita.



Chow Yun-Fat interpreta Sao Feng, uno dei nuovi pirati introdotti nella pellicola, quello dove si recano all'inizio i protagonisti. L'attore di Hong Kong, dopo miriadi di film mai arrivati sul mercato italiano, ha recitato anche in produzioni internazionali come Anna e il Re e La Tigre e il dragone. Ha 42 anni e due film in uscita.


chow_yun_fat2


Citare tutti gli altri bravissimi attori coinvolti mi prenderebbe un post lungo kilometri, quindi, finisco in breve con due attori che stimo per vari motivi.Jonathan Pryce interpreta il Governatore Swann (per una biografia di costui si veda il post su Qualcosa di Sinistro sta per Accadere). Bill Nighy, che interpreta Davy Jones, è stato il patrigno PHILIP in Shaun of the Dead.


 


Ed ora ecco l'attrazione di Eurodisney che ha ispirato il film.... con un ospite d'eccezione!!


 



Ah, ricordate: rimanete fino alla fine dei titoli di coda in tutti e tre i film. C'è sempre una bella sorpresa in agguato!

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